giovedì 25 gennaio 2024

NUOVA IRPEF: CHI RISPARMIA DAVVERO?

 

Il decreto legislativo numero 216 del 30 dicembre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 303 del medesimo giorno, implementa il primo modulo della riforma dell'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e introduce ulteriori misure relative alle imposte sui redditi. Per approfondimenti sulle novità per il 2024, è possibile consultare la riforma dell'IRPEF e dell'Imposta sul Reddito delle Società (IRES).

L'approvazione definitiva di tale decreto legislativo, in conformità alla legge delega per la riforma fiscale (legge numero 111 del 9 agosto 2023), ha come obiettivo la graduale riduzione dell'imposta e la promozione dell'equità orizzontale. In particolare, per il solo periodo d'imposta 2024, si prevede una riduzione degli scaglioni da quattro a tre, con l'applicazione delle seguenti aliquote:

  • 23% per il reddito complessivo fino a 28.000 euro;
  • 35% per il reddito complessivo superiore a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% per il reddito complessivo superiore a 50.000 euro.

Viene quindi consolidato il primo e il secondo scaglione di reddito, attualmente definiti dall'articolo 11 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), in modo tale che un'unica aliquota del 23% sia applicata alla fascia di reddito compresa tra 15.001 e 28.000 euro.

Il principale obiettivo della riforma è semplificare il sistema fiscale e alleviare la pressione fiscale per i lavoratori con redditi medio-bassi. La riduzione delle aliquote da quattro a tre mira a snellire il sistema, semplificando le procedure di calcolo dell'imposta.

Per il periodo d'imposta 2024, l'articolo 1 del decreto stabilisce che, nella determinazione dell'IRPEF, l'imposta lorda sarà calcolata applicando le nuove aliquote per gli scaglioni di reddito sopra menzionati. Rispetto al sistema vigente fino al 2023, si verifica un accorpamento dei primi due scaglioni di reddito e una riduzione del 2% dell'aliquota applicata ai redditi tra 15.000 e 28.000 euro (23% anziché 25%), generando un risparmio massimo di 260 euro. Gli altri intervalli di reddito e le relative aliquote rimangono invariate.

Con l'eccezione dell'area di esenzione fiscale (no tax area), per coloro che guadagnano fino a 15.000 euro all'anno, la riforma non comporterà alcun cambiamento, poiché l'IRPEF rimane al 23%. Il beneficio si manifesta per coloro che superano la soglia di 15.000 euro.

Per i redditi più bassi, si prevede quindi un modesto risparmio, ma il vero vantaggio si osserva nei redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro (e non oltre): superata questa soglia, infatti, l'azzeramento del beneficio generato scaturisce dal taglio delle detrazioni fiscali. In questo contesto, all'aumentare del reddito, si registra una diminuzione dei benefici fiscali. 

Per garantire la coerenza dell'addizionale regionale IRPEF con le modifiche introdotte negli scaglioni dell'IRPEF per il 2024, i comuni per l'anno 2024, entro il termine di approvazione del bilancio di previsione, modificheranno, con propria delibera, gli scaglioni e le aliquote dell'addizionale comunale in modo da conformarsi alla nuova articolazione prevista per l'IRPEF. Inoltre, per gli acconti relativi ai periodi d'imposta 2024 e 2025, si stabilisce di considerare l'imposta determinata senza l'applicazione delle nuove disposizioni, ovvero la riduzione delle aliquote e l'aumento delle detrazioni.

venerdì 19 gennaio 2024

CU 2024: LE NOVITA' CHE CI ASPETTANO


Sul sito dell'Agenzia delle Entrate è ora disponibile la versione definitiva del modello della Certificazione Unica (CU) per il 2024, insieme alle relative istruzioni di compilazione. La scadenza rimane confermata entro il 16 marzo 2024, e l'invio è consentito solo attraverso la modalità telematica. Le nuove disposizioni per la CU del 2024 riguardano la tassazione agevolata delle mance, la riorganizzazione del lavoro sportivo dilettantistico e professionistico, e le modifiche alle normative sui fringe benefit.

Il modello della Certificazione Unica 2024 è strutturato in tre sezioni, ciascuna contenente dati specifici. La sezione del Frontespizio fornisce informazioni sulla comunicazione, i dati del sostituto, del rappresentante firmatario, della firma e dell'impegno alla presentazione telematica. Il Quadro CT contiene informazioni sulla ricezione telematica dei dati relativi ai Modelli 730-4. La Certificazione Unica 2024 raccoglie dati fiscali e previdenziali relativi a lavoro dipendente, assimilati, assistenza fiscale, lavoro autonomo, provvigioni, redditi diversi e locazioni brevi.

Le novità normative 2023 che hanno avuto impatto nella Certificazione Unica riguardano:

  • la tassazione agevolata delle mance per i lavoratori dipendenti del settore turistico;
  • la riorganizzazione del lavoro sportivo dilettantistico e professionistico;
  • l’innalzamento a 3.000 euro dei fringe benefit erogati a favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico;
  • l’indicazione del trattamento integrativo speciale erogato ai lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale;
  • la rideterminazione della riduzione IRPEF spettante al comparto sicurezza e difesa.

Per quanto riguarda le mance nel settore turismo, sono soggette a tassazione sostitutiva le somme destinate dai clienti ai lavoratori del settore privato, con aliquota del cinque per cento, entro il limite del venticinque per cento del reddito percepito nell'anno precedente. Tale misura è destinata ai lavoratori del settore privato delle strutture ricettive e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che risultino titolari di reddito di lavoro dipendente di importo non superiore a euro 50.000 nell’anno precedente. Tutti dati che devono essere inseriti nei nuovi punti della CU opportunamente creati.

Per i lavoratori sportivi, è stata introdotta una sezione speciale per la certificazione dei compensi corrisposti agli sportivi dilettantistici iscritti alla Gestione Separata INPS a partire dal 1° luglio 2023.

L'art. 40 del D.L. n. 48/2023 ha innalzato a 3.000 euro il limite di esenzione dei fringe benefit per i dipendenti con figli a carico, mentre l'art. 39-bis ha introdotto un trattamento integrativo speciale per i lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale. Anche questi dati devono essere indicati in appositi punti.

Per il personale del comparto sicurezza e difesa, è stata prevista una riduzione IRPEF nel 2023, con detrazioni specifiche da indicare nel modello della Certificazione Unica. 

Queste sono solo alcune delle principali modifiche e aggiornamenti apportati alla Certificazione Unica per il prossimo anno, ma offrono una panoramica delle nuove disposizioni fiscali e previdenziali.


mercoledì 17 gennaio 2024

BONUS EDILIZI: LA MAPPA DEL 2024

 

Il ventaglio dei bonus edilizi nel 2024 è ampio e articolato. Tuttavia, con l'arrivo del nuovo anno, il superbonus ha subito importanti modifiche. La platea dei beneficiari e l'aliquota agevolativa sono notevolmente ridotte al 70%, spettando esclusivamente a condomini, persone fisiche proprietarie di edifici fino a 4 unità, Onlus, Associazioni di volontariato e di promozione sociale. Queste modifiche sono applicabili alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024. Il superbonus proseguirà anche nel 2025, ma con un'ulteriore diminuzione dell'aliquota al 65%.
Le novità riguardano anche il bonus barriere architettoniche, valido fino al 2025, che ha subito importanti cambiamenti a seguito del decreto "Salva spese" (D.L. n. 212/2023), limitando l'ambito oggettivo e vietando opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
Il 2024 segna un ridimensionamento del superbonus al 70%, con un ambito soggettivo ristretto e una significativa riduzione della detrazione. Gli interventi "trainati" effettuati dalle persone fisiche all'interno dello stesso condominio o edificio possono usufruire anch'essi del superbonus al 70%.
Il superbonus al 110% resta confermato solo per casi specifici fino al 31 dicembre 2025, come interventi in comuni colpiti da eventi sismici o per soggetti che svolgono attività socio-sanitaria in determinate categorie catastali.
Con il decreto "Salva spese," è introdotta una sanatoria per i cantieri che non riescono a terminare i lavori entro il 31 dicembre 2023, evitando il recupero delle detrazioni spettanti.
Per il bonus mobili, nel 2024, l'importo massimo detraibile è ridotto a 5.000 euro, e spetta a chi ha iniziato interventi di recupero dal 1° gennaio 2023.
Altre disposizioni includono la conferma di bonus edilizi minori fino alla fine del 2024, come la detrazione Irpef al 50% per interventi di recupero del patrimonio edilizio e l'ecobonus al 50-65-70-75% per la riqualificazione energetica.
Il bonus acqua potabile è terminato nel 2023, e il credito d'imposta per l'acquisto di sistemi di filtraggio è soggetto a comunicazione delle spese entro il 28 febbraio 2024.
Le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito sono bloccate per il bonus barriere architettoniche dal 31 dicembre 2023, con alcune limitazioni specifiche per interventi sismici.
L'obbligo di affidare lavori superiori a 516.000 euro a imprese con certificazione SOA è confermato per il 2024, escluse alcune eccezioni specificate.

domenica 31 dicembre 2023

FESTEGGIA RESPONSABILMENTE: IL CAPODANNO IN CONDOMINIO


La notte del 31 dicembre è da sempre caratterizzato da cene e festeggiamenti per celebrare l'avvento del nuovo anno.
In conclusione, è senz'altro lecito concedersi un momento di svago e festeggiamento per celebrare la fine dell'anno in corso e l'inizio del nuovo, anche in un contesto condominiale. Tuttavia, è cruciale consultare il regolamento condominiale per individuare eventuali limitazioni o clausole specifiche, agendo sempre con rispetto ed educazione per evitare di arrecare disturbo agli altri residenti e di mettere a rischio la sicurezza delle persone, degli animali e delle proprietà.

Per coloro che dimorano in un contesto condominiale, è essenziale prestare particolare attenzione a questioni che potrebbero generare discussioni e malcontento. A tale proposito, è opportuno richiamare l'attenzione sull'articolo 844 del codice civile, che regola le "immissioni acustiche" o rumori, vietando quelli che superano la normale soglia di tollerabilità.

Salvo disposizioni specifiche nel regolamento condominiale riguardanti i rumori durante le festività, è ammissibile un moderato aumento di rumori e musica al di fuori degli orari consueti in occasione del Capodanno. Tuttavia, è imperativo agire con educazione, buon senso e rispetto per gli altri condomini, evitando comportamenti eccessivi.

Un altro tema di discussione inerente ai festeggiamenti di Capodanno riguarda i fuochi d'artificio e i botti. È essenziale considerare che molti Comuni emettono ordinanze specifiche per limitare tali manifestazioni, vietando l'uso di petardi e fuochi d'artificio per motivi di sicurezza, dato che tali esibizioni spesso causano vittime e feriti e rappresentano un pericolo per gli animali e le abitazioni.

L'articolo 703 del codice penale disciplina chiaramente il divieto di sparare armi da fuoco, accendere fuochi d'artificio o compiere altre attività pericolose senza la debita licenza dell'Autorità, soprattutto in luoghi abitati. Al fine di proteggere il condominio da possibili danni o incidenti, è consigliabile stipulare una polizza assicurativa globale sull'edificio, coprendo così le parti comuni, le abitazioni private e terze persone. La decisione in merito spetta all'assemblea di condominio, che determinerà anche la durata e la scelta della società assicurativa.

Qualora i condomini intendano organizzare una festa condominiale in occasione del Capodanno, è essenziale avvisare preventivamente l'amministratore, a meno che il regolamento condominiale non imponga divieti specifici in tal senso.

In conclusione, è senz'altro lecito concedersi un momento di svago e festeggiamento per celebrare la fine dell'anno in corso e l'inizio del nuovo, anche in un contesto condominiale. Tuttavia, è cruciale consultare il regolamento condominiale per individuare eventuali limitazioni o clausole specifiche, agendo sempre con rispetto ed educazione per evitare di arrecare disturbo agli altri residenti e di mettere a rischio la sicurezza delle persone, degli animali e delle proprietà.

mercoledì 13 dicembre 2023

GUIDA COMPLETA ALL'IMU 2023: LE ESENZIONI E LE NOVITA' DA CONOSCERE!

 

Il termine per effettuare il pagamento della seconda rata dell'IMU per il 2023 è stato posticipato al 18 dicembre 2023, poiché la data di scadenza regolare, il 16 dicembre, coincide con un sabato. Le opzioni per effettuare il versamento includono l'utilizzo del modello F24, bollettino postale o la piattaforma pagoPa. È importante considerare anche le possibili esenzioni.
Nel caso di pagamento tramite modello F24, è necessario utilizzare i codici tributo stabiliti dall'Agenzia delle Entrate con le risoluzioni n. 35 e 53 del 2012 e n. 33/2013.
Per quanto riguarda la storia dell'Imposta Municipale Propria (IMU), introdotta sperimentalmente nel 2012 in sostituzione dell'ICI, attualmente è disciplinata dall'articolo 1, commi 738 e seguenti, della legge n. 160/2019 (Bilancio 2020). Si applica in tutti i Comuni italiani, fatta eccezione per l'autonomia impositiva prevista dai rispettivi statuti della Regione Friuli-Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
L'obbligo del pagamento dell'IMU riguarda fabbricati (ad eccezione delle abitazioni principali e assimilate), aree fabbricabili e terreni agricoli. Di norma, il tributo è pagato dal proprietario dell'immobile o dal titolare di diritti reali su di esso. Sono tenuti al pagamento anche il genitore separato assegnatario della casa familiare, il concessionario di aree demaniali e il locatario per i fabbricati concesse in leasing.
Le aliquote dell'IMU sono stabilite dai Comuni, con la possibilità di applicare aliquote più alte o più basse entro determinati limiti. Le delibere dei Comuni devono essere pubblicate entro il 28 ottobre di ogni anno, altrimenti restano in vigore le aliquote dell'anno precedente. Dal 2025, cambierà questa regola, entrando in vigore le disposizioni previste dal Dm del 7 luglio 2023.
L'importo dell'IMU si calcola applicando l'aliquota alla base imponibile, determinata dal valore del bene stesso. Ad esempio, per i fabbricati iscritti in catasto, si considera il valore dell'edificio con moltiplicatori specifici per ciascuna categoria catastale.
È fondamentale verificare le esenzioni prima del pagamento, che includono immobili appartenenti a enti statali e pubblici, destinati esclusivamente a compiti istituzionali, e altri casi specificati dalla disciplina. Inoltre, sono esenti i terreni agricoli in determinate situazioni.
Dal 2023, non è dovuta l'IMU per gli immobili occupati abusivamente, a condizione che la situazione sia stata denunciata all'autorità giudiziaria e al comune competente secondo le modalità stabilite da un decreto MEF.
Restano esenti fino al 31 dicembre 2023 alcuni fabbricati colpiti da sismi in specifiche zone.
Ci sono agevolazioni per aree fabbricabili agricole, fabbricati storici o artistici, immobili inagibili, abitazioni concesse in comodato, e abitazioni a canone concordato.

mercoledì 6 dicembre 2023

LE INSIDIE DEL REGIME FORFETTARIO NEL 2023

 

Tempo di verifiche per i contribuenti forfettari: la perdita del regime avviene se gli incassi superano gli 85.000 euro. È obbligatorio non superare la soglia di ricavi o compensi stabilita dalla legge 190/2014, ora aumentata da 65.000 a 85.000 euro secondo la legge 197/2022, comma 54.
Per verificare il superamento del limite, è consigliabile consultare le circolari dell'Agenzia delle Entrate 10/E del 2016 e 9/E del 2019. Il regime forfettario si basa sul criterio di cassa, considerando gli incassi anziché le fatture emesse per la verifica della soglia.
Il superamento del limite, come stabilito dal comma 71 della legge 190/2014, comporta la perdita del regime a partire dall'anno successivo a quello in cui la soglia è stata superata. Nel 2023, è stata introdotta una nuova soglia, prevedendo l'uscita nel corso dell'anno per chi percepisce ricavi o compensi superiori a 100.000 euro.
La verifica diventa più critica dal 2023, poiché è possibile uscire non solo dall'anno successivo ma anche da quello in corso, con conseguenze da affrontare in quest'ultimo caso.
L'uscita durante l'anno comporta l'applicazione della tassazione Irpef ordinaria su tutti i ricavi/compensi dell'anno, con l'imposizione dell'IVA "a partire dalle operazioni che comportano il superamento del predetto limite". Non è chiara la modalità di applicazione dell'IVA in assenza di indicazioni precise, ma si ritiene che debba essere applicata sull'intera operazione che determina il superamento del limite.
L'applicazione dell'IVA genera il diritto alla detrazione, ma su questo punto mancano chiarimenti ufficiali. Le ritenute sui compensi sono applicabili al momento della corresponsione in caso di fuoriuscita durante l'anno, secondo l'articolo 25 del Dpr 600/1073, senza effetto retroattivo. Per le "operazioni passive", il professionista non assume retroattivamente il ruolo di sostituto d'imposta.
In sintesi, i forfettari potrebbero trovarsi in tre situazioni nel 2023:
  1. Se i ricavi/compensi non superano gli 85.000 euro, potranno applicare il regime forfettario anche nel 2024, rispettando gli altri requisiti.
  2. Se i ricavi/compensi superano gli 85.000 ma non raggiungono i 100.000 euro, dovranno passare all'ordinario nel 2024.
  3. Oltre i 100.000 euro, il regime ordinario dovrà essere applicato già dal 2023.

lunedì 4 dicembre 2023

REVOCA E DIMISSIONI DELL'AMMINISTRATORE: LA GUIDA PER UNA GESTIONE CONDOMINIALE SENZA SORPRESE!

 

Nel contesto della gestione condominiale, la figura dell'amministratore svolge un ruolo cruciale. La normativa italiana, delineata dall'articolo 1129 del Codice Civile, fornisce regole chiare per la revoca dell'amministratore, le sue dimissioni, e i poteri in regime di "prorogatio imperii". In questo articolo, esamineremo i principali punti relativi a questi aspetti e le implicazioni legali ad essi associati.

Revoca dell'amministratore: quando e come avviene

Secondo l'articolo 1129, comma 11, del Codice Civile, l'assemblea condominiale può revocare l'amministratore in qualsiasi momento, con lo stesso quorum utilizzato per la nomina. La revoca può avvenire senza giusta causa alla scadenza naturale del mandato, ma se anticipata, richiede una motivazione valida. Gravi irregolarità, come omissione della convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale o mancata apertura del conto corrente, possono giustificare la revoca su richiesta di un condomino.

Le "gravi irregolarità" includono diverse situazioni, come il rifiuto di convocare assemblee necessarie, omissioni fiscali, e comportamenti che generano confusione tra il patrimonio del condominio e quello personale dell'amministratore. In caso di revoca, l'autorità giudiziaria può intervenire su richiesta dei condomini.

Il provvedimento giudiziale e la consegna della documentazione

L'articolo 64 delle "Disposizioni di attuazione del Codice Civile" stabilisce che la revoca può essere decisa dal tribunale dopo aver sentito l'amministratore. In caso di revoca, l'amministratore uscente è tenuto a consegnare tutta la documentazione in suo possesso relativa al condominio e ai singoli condòmini. Il mancato rispetto di questa disposizione può configurare il reato di appropriazione indebita.

Dimissioni dell'amministratore: quando sono legittime?

L'amministratore può dimettersi in qualsiasi momento senza preavviso, ma in assenza di giusta causa, potrebbe essere tenuto a risarcire il condominio. In caso di dimissioni, l'amministratore deve convocare un'assemblea per la nomina del successore. Se l'assemblea non raggiunge il quorum, l'amministratore uscente può richiedere l'intervento dell'autorità giudiziaria per la nomina del sostituto.

Regime di "prorogatio imperii": cosa comporta

Il regime di "prorogatio imperii" stabilisce che l'amministratore uscente rimane in carica fino alla nomina del successore, operando in via provvisoria. Tuttavia, l'assemblea può evitarlo con una delibera specifica e nominando un nuovo amministratore. In questo regime, l'amministratore può svolgere solo attività essenziali, a meno che l'assemblea non ratifichi le sue azioni.

Compensazione dell'amministratore: la delibera deve specificare il compenso

La delibera che nomina o conferma l'amministratore è considerata nulla se non specifica il compenso. Secondo l'articolo 1129, comma quattordicesimo, del Codice Civile, il compenso deve essere specificato in modo analitico. La mancanza di chiarezza sull'importo del compenso può rendere nulla la delibera.

In sintesi, la gestione dell'amministratore di condominio è soggetta a precise normative che disciplinano revoca, dimissioni e compensi. La comprensione di tali disposizioni è fondamentale per garantire una gestione condominiale trasparente e conforme alla legge.