Nel contesto della gestione condominiale, la figura
dell'amministratore svolge un ruolo cruciale. La normativa italiana, delineata
dall'articolo 1129 del Codice Civile, fornisce regole chiare per la revoca
dell'amministratore, le sue dimissioni, e i poteri in regime di
"prorogatio imperii". In questo articolo, esamineremo i principali
punti relativi a questi aspetti e le implicazioni legali ad essi associati.
Revoca dell'amministratore: quando e come avviene
Secondo l'articolo 1129, comma 11, del Codice Civile,
l'assemblea condominiale può revocare l'amministratore in qualsiasi momento,
con lo stesso quorum utilizzato per la nomina. La revoca può avvenire senza
giusta causa alla scadenza naturale del mandato, ma se anticipata, richiede una
motivazione valida. Gravi irregolarità, come omissione della convocazione
dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale o mancata
apertura del conto corrente, possono giustificare la revoca su richiesta di un condomino.
Le "gravi irregolarità" includono diverse
situazioni, come il rifiuto di convocare assemblee necessarie, omissioni
fiscali, e comportamenti che generano confusione tra il patrimonio del
condominio e quello personale dell'amministratore. In caso di revoca,
l'autorità giudiziaria può intervenire su richiesta dei condomini.
Il provvedimento giudiziale e la consegna della
documentazione
L'articolo 64 delle "Disposizioni di attuazione del
Codice Civile" stabilisce che la revoca può essere decisa dal tribunale
dopo aver sentito l'amministratore. In caso di revoca, l'amministratore uscente
è tenuto a consegnare tutta la documentazione in suo possesso relativa al
condominio e ai singoli condòmini. Il mancato rispetto di questa disposizione
può configurare il reato di appropriazione indebita.
Dimissioni dell'amministratore: quando sono legittime?
L'amministratore può dimettersi in qualsiasi momento senza
preavviso, ma in assenza di giusta causa, potrebbe essere tenuto a risarcire il
condominio. In caso di dimissioni, l'amministratore deve convocare un'assemblea
per la nomina del successore. Se l'assemblea non raggiunge il quorum,
l'amministratore uscente può richiedere l'intervento dell'autorità giudiziaria
per la nomina del sostituto.
Regime di "prorogatio imperii": cosa comporta
Il regime di "prorogatio imperii" stabilisce che
l'amministratore uscente rimane in carica fino alla nomina del successore,
operando in via provvisoria. Tuttavia, l'assemblea può evitarlo con una
delibera specifica e nominando un nuovo amministratore. In questo regime,
l'amministratore può svolgere solo attività essenziali, a meno che l'assemblea
non ratifichi le sue azioni.
Compensazione dell'amministratore: la delibera deve
specificare il compenso
La delibera che nomina o conferma l'amministratore è
considerata nulla se non specifica il compenso. Secondo l'articolo 1129, comma
quattordicesimo, del Codice Civile, il compenso deve essere specificato in modo
analitico. La mancanza di chiarezza sull'importo del compenso può rendere nulla
la delibera.
In sintesi, la gestione dell'amministratore di condominio è soggetta a precise normative che disciplinano revoca, dimissioni e compensi. La comprensione di tali disposizioni è fondamentale per garantire una gestione condominiale trasparente e conforme alla legge.
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